martedì 30 settembre 2014
lunedì 22 settembre 2014
APProved by motorfreAkers… LOOSA.
PRIMA DI TUTTO QUELLO CHE
ORA SI CHIAMA KUSTOM KULTURE
“Fin da bambino ho
avuto la passione per moto-chopper, macchine americane, auto strane e
tutto ciò che si muove sulle ruote. Dal 1986 una volta al mese,
iniziai a comprare nelle edicole che vendevano stampa estera tutto
quello che riguardava i choppers, riviste come Easyrider, Supercycle,
Hawgs, Iron Horse... mettevo i soldi da parte perché costavano
molto. Ma un estate del 1987 ad Amsterdam scoprii qualcosa che mi
era totalmente nuovo e strano: io ed il mio amico Marco Teatro
girando per le vie di Amsterdam scoprimmo un negozio di fumetti
underground, andammo subito nella sezione americana dove c'erano i
noti fumetti dei Freak Brothers. In uno stato veramente fluttuante ci
sedemmo... sì! perché questo shop era come una biblioteca, ti
potevi sedere e consultare; iniziammo a sfogliare dei fumetti a noi
nuovi, mentre leggevamo e guardavamo, ogni tanto ci fissavamo negli
occhi con stupore, cercando di capire cosa avevamo tra le mani
nonostante fossimo già competenti nel campo ed abituati ai disegni
estremi sotto le tavole da skateboard... Ma questi erano diversi, con
stupore vedevamo disegnati mostri giganti, bavosi sdentati con
espressioni idiote, o con facce deformi su auto fumanti che davano la
sensazione di potenza, di rumore, ruote che sgommavano producendo
fumo intenso tanto da sentirne l'odore, bulbi oculari con le ali da
aereo del barone rosso, un gorilla con elmetto prussiano che guida un
trike con motore flathead, forcella springer e posteriore di una Ford
T, con a bordo due amazzoni nude coperte solo di una pelliccia di
gorilla scuoiato e con al braccio la fascia con la svastica a modi
-SS-, fumetti dove rockabilly con ciuffo a torre di babele girano su
leadsled in cerca di guai, scene violente, ed allo stesso momento
insolite. Avevamo tra le mani i fumetti di Robert Williams. La sera
continuammo a parlare di questi fumetti, eravamo rimasti stupiti. Il
custom all'epoca era ristretto ai Chopper e ai Van, parole come
Leadsled e Hot-rod non erano sulla bocca di tutti. Quando andavo in
Germania compravo anche riviste di auto custom, e iniziai a cercarle
anche qua, ma con scarso successo.
Pian piano però il
panorama chopper stava resuscitando, ai tempi del 1990 giravo con un
BMW R-75/5 del 1971 modificato con forcella Maico da Cross e due
tromboni come marmitte realizzate da me recuperando due scarichi di
un Suzuki Custom, svuotati e come silenziatore e raccordo collettori
i finali a tubo del maggiolone, il serbatoio l'avevo colorato con
turchese e verde Metalflake con il logo a teschio con fulmine dei
Gratefull Dead in argento (ora appeso nell'officina di Chopworks
Torino con stampato sulla lamiera il mio femore destro). Nel luglio
93 un nostro amico, Poldo, andò negli Stati Uniti e riportò un
libro che era il catalogo di una mostra chiamata “Kustom Kulture”,
lo divorammo con gli occhi, e ritrovammo il collegamento con i
fumetti visti ad Amsterdam. Così all'interno del primo Happening del
fumetto underground realizzato al C.S.A. Garibaldi di Milano (ormai
scomparso) dedicammo una parte della mostra chiamata innocentemente
“Hot-rod Art”. Il poster della mostra con sopra un mostro in
stile Ed Roth lo disegnò Vandalo; dovevamo capire ancora cos'era
realmente tutto ciò, ma ne eravamo molto inebriati, internet ancora
non esisteva! Ci documentammo come potevamo ma era ancora dura capire
cos'era quel discorso, quei disegni e tutto ciò riguardava quel
mondo, un mondo fatto non solo di motori ma anche di inchiostro,
disegni, fumetti, quadri... fummo i primi in Italia a parlare di
Kustom Kulture. Da quel momento, in ogni happening del fumetto
underground, il secondo realizzato allo SQAT.T. di Milano (scomaprso)
, ed il resto delle edizioni realizzate al LEONCAVALLO (MI)
dedicavamo una parte della mostra alla kustom kulture... è da lì
che si accese la miccia a tutto quello che esiste adesso riguardo il
Kustom con la “K”. In Seguito, dal 1995, disegnando su Freeway
Magazine con l'appoggio di Giuseppe Roncen e Luca Mattioli, anch'essi
appassionati di questo mondo fatto di pennelli, matite ed olio
motore, pian piano iniziammo far conoscere il tutto alla massa ed ora
parlare di hot-rod o kustom kulture in un certo ambiente è
normalissimo... ma ci vorrebbe più anima!!!”
Giampo Coppa
“Grande Giampo!
Vangelo!” (in coro, la Gas Station House.)
mercoledì 17 settembre 2014
CUSTOM SATURDAY 2014
In occasione di Custom Saturday edizione 2014, il prossimo sabato a Santa Cruz sull'Arno, LoseRRuleS e GasStationHouse proporranno una mostra dedicata ai Motorfreakers di Giampo Coppa (Torino).
Le sue tavole rappresentano una visione ironica e bizzarra dell'ambiente biker che si stava delineando negli anni 90 in Italia. Furono pubblicate su Freeway Magazine dal 1995 al 2009
Tutto quello che negli ultimi anni ha segnato il rinascimento del chopper "vintage", doppi fari Aris triangolari, forche springer a torciglione dai disegni più sbiellati immaginabili, manubri zbar e Holy Banana, cambi a mano dagli improbabili rinvii come fossero il gioco della settimana enigmistica in cui vanno uniti i punti, serbatoi di tutte le forme a prova di lezione di geometria sui volumi e chi più ne ha più ne metta… negli anni novanta lo trovavi solo sulle tavole di Giampo. E sui chopper che faceva già Frankino, sotto le ali di Giampo, avanti come nessuno lo è mai stato.
Tutta l'estetica che riguardava la strada vissuta in modo "weirdo", fatta di motori modificati e mostri con gli occhi iniettati di sangue, all'inizio della decade, neanche lontanamente veniva indicata come Kustom Kulture. Giampo ed altri pochi illuminati fecero una mostra dedicata a tutto ciò, che ingenuamente definivano Hot Rod Art. Al CUSTOM SATURDAY 2014 sarà esposto anche il manifesto di quella mostra.
venerdì 5 settembre 2014
Alabama Monroe
Tutti ci unimmo al brindisi ed alle urla.
Quell'estate ricorreva il cinquantesimo anniversario della registrazione di quel pezzo di Elvis per la Sun Records.
Ero in pieno effetto jet leg essendo appena rientrato da New York City, dove proprio in aereoporto avevo preso, a tre dollari e quarantanove, un CD celebrativo con due versioni della canzone e quello che 50 anni prima era stato il lato B del singolo… "Blue Moon of Kuntucky" di Bill Monroe, già registrata nel '46 con The Blue Grass Boys.
Sono passati altri dieci anni, e Monroe riappare nel titolo italiano di un film bellissimo quanto triste, "The Broken Circle Breakdown", che definire "consigliassimo" è ben poco.
Il lato più "leggero" del film ritrae veramente bene l'aspetto del vivere fino in fondo le proprie passioni, anche in terre lontane da dove trovano la loro culla originaria, in questo caso la musica Bluegrass.
Una cosa che aveva nel sangue il tipo che iniziò ad urlare dieci anni fa'...
mercoledì 3 settembre 2014
gironzolare vario dopo ferragosto.
ride alone
la colla
Supertega
Cesar
Thee Oh Sees @ Hana-Bi Marina di Ravenna
going home
in the mirror
best around
Anita
finalmente "OPEN"
welcome Choppers
welcome Mekka of Choppers
supersound
stay nomad
arnaccio
nineties sporty
uaittina
barattolino
honey J.D.
true bromance
intanto...
honey bbq sauce ribs con fanta & vino
padule of the mind
28 agosto 1966.
28 agosto 2014
SP 24. Risrorante Il palazzo
one, two…
dalla casa sull'albero