La settimana prima di Natale è iniziata con la brutta notizia della morte di Tom Fugle.
Un dispiacere immenso, incredibile, a rifletterci, considerato che non ci siamo mai conosciuti.
Ma forse c'è davvero una dimensione in cui non importa conoscersi.
La storia di Tom, della sua gente, del suo club, EL FORASTERO MC, è senza dubbio, per me, la più bella.
Ci sono persone che hanno avuto un ruolo fondamentale affinchè fosse conosciuta dagli appassionati di tutto il mondo...
"now, I wanna show you the real thing!" dice la voce fuori campo di Jessee James, dopo aver tirato nel cesto la bottiglietta d'acqua appena bevuta, in History of the Choppers.
Un articolo sull'El Forastero MC lo aveva dedicato sempre James su Garage Magazine, ricordo che lo avevano i ragazzi del Garage 69 a Pistoia.
Poi iniziai a documentarmi, grazie ai canali che stavano prendendo piede, e saltò subito fuori il massimo.
Si, perchè nonostante tutte le foto degli anni successivi, il massimo rimane l'elogio che Tom dedicò a Dave Mann alla Dave Mann Chopper Fest nel dicembre 2004.
Ritengo che le parole che Tom dedicò a Dave Mann, che era mancato da pochi mesi, siano attualissime alla vigilia del funerale di Tom, che si terrà domattina, sabato 7 gennaio.
Come Dave Mann ha contribuito con la sua opera a tenere vivo l'interesse per i chopper e la vita on the road, così Tom ha ispirato tutti negli ultimi 10 anni, grazie alla sua umiltà espressa nel condividere tutto.
Dopo James, infatti, è stato il grandissimo Jeff Wright di Church of Choppers che ci ha fatto vedere a tutti il materiale fotografico di Tom, ha portato all'intervista su Street Choppers Magazine, ha ristimolato Tom alla partecipazione agli eventi come ospite e con i suoi prodotti in pelle.
Credo difficile che senza il ruolo mediatico di Jeff Wright non sarebbe potuto accadere il risorgimento di questa figura leggendaria, a cui abbiamo assistito negli ultimi 10 anni.
Tom apparve al Tap and Taco con Blue Sapphire restaurata, ora nelle care mani di sua figlia Natasha,
Poi ha partecipato un po' a tutto donando con la sola propria presenza un valore aggiunto indiscutibile.
Tom Fugle from scott pommier on Vimeo.
Al Born-Free come costruttore, ad altri eventi importanti in Europa, in Giappone ed a party autentici come il compleanno di Love Cycles, il Mama Tried, il Brooklin Invitational o il Giddy-up Show in Texas.
Sempre in grande stile, umile e fiero, al rientro postava su Istagram i rigraziamenti a Club che gli avevano permesso di partecipare nei loro stati, senza attitudine o problemi.
Ha festeggiato, nel 2012, il cinquantesimo anniversario del suo club e tranne Grey Cat, li ha visti andarsene tutti, i suoi "outsiders" della prima ora... sicuramente saranno stati tutti lassù ad aspettarlo.
(pic courtesy of James Stone)
Questa è la traduzione che feci alcuni anni fa' dell'elogio, non sarà perfetta ma questa è.
"Ciao,
sono Tom Fugle e vengo da Sioux City, Iowa. Sono uno dei fondatori
dell'EL FORASTERO MC e ho avuto la fortuna di esser stato amico di
Dave Mann dal 1964.
Quando
mi è stato chiesto di venire oggi a parlare, mi son dovuto fermare a
pensare cosa volevo dire. Guardando indietro, riconosco quanto sia
stato importante per me conoscere e diventare amico di Dave. Se non
lo avessi incontrato, molti degli elementi importanti della mia vita
non sarebbero mai stati messi insieme. Abbiamo passato tanti bei
momenti.
Attraverso
la sua arte, Dave ha permesso agli altri di provare la libertà e
vivere la vita che noi due amavamo tanto. Dave è parte di un
fermento che tiene viva l'immagine del chopper e di eventi come la
Chopper Fest.
L'incontro
con Dave Mann ebbe tutto a che fare con i chopper. Era il chopper che
ci teneva insieme.
Affinchè
capiate cosa intendo, devo iniziare col raccontarvi dei giorni che
portarono al nostro incontro. Molto ha a che fare con un tipo
chiamato Harlan Brower, meglio noto come “Tiny” o “Tiny il
bello”. Quest'uomo ebbe molta influenza sulla vita di Dave, come
del resto sulla mia. Nel raccontarvi questa storia devo tornar
indietro un sacco di anni... fino al 1952.
Conobbi
Tiny quando avevo 11 anni, a Sioux City. Lui ne aveva 13 e si era
trasferito alla porta accanto. Anche a quel tempo era già un
ragazzone, alto un metro e ottanta! Era una persona col senso
dell'umorismo, molto intelligente, ed essendo un paio d'anni più
grande di me, guardavo a lui in altri modi più che per la stazza.
Tiny era anche un uomo d'onore. Diventammo amici stretti.
Tiny
spiccava sempre, gli garbava esser inusuale e far uscir di testa la
gente. Aveva una bicicletta che customizzò. Poi molti altri ragazzi
nei dintorni fecero la stessa cosa e fondammo un Bicycle Club.
Facevavo feste, incontri e giri in bicicletta.
Quando
Tiny fece 16 anni prese una Chevy del '48 e il club delle bici fu
abbandonato. Zompammo sulla sua macchina senza aver più bisogno
delle biciclette.
Poco
dopo la famiglia di Tiny si trasferì a Van Nuys in California, e io
non lo vidi più finchè arrivò a casa mia nel '61 in sella alla
motocicletta più selvaggia che avessi mai visto. Disse che era un
chopper, un Panhead del '48. Non era realmente salubre ma era
costruita con intuizioni davvero radicali. Niente serbatoio della
benzina davanti, telaio giallo vivo, avantreno Hydra Glide spogliato,
due piccoli fari anteriori, manubrio alto 60 centimetri, gomma
anteriore 21 pollici, frizione suicida, cambio a mano, sella e pad
passeggero Bates. Due parafanghi da bicicletta, uno per lato, fino
alla metà della ruota posteriore, un sissybar alto quanto il
munubrio. Il sissy sosteneva una pipa d'acciaio, di tre pollici alta
75 centimetri, usata come serbatoio della benzina, che teneva il
giusto per poco più di una ventina di kilometri.
Tiny
indossava un giubbotto di jeans senza maniche con dietro la toppa dei
SATAN'S SLAVES.
Mai
e poi mai avevo visto una moto del genere prima e devo dire che a
tutt'oggi, quel ferro resta uno dei più radicali di sempre.
Dissi
a Tiny che anch'io avevo una motocicletta, una Harley Davidson del
'56, una full dresser che avevo appena distrutto. “Bene!” disse
Tiny, “Allora hai un motivo buono per chopparla!”. Ricordate che
in quei giorni non c'era alcun modo di documentarsi sui chopper
tramite riviste, film, o televione come oggi giorno. Tutto ciò da
cui dovevo prender le mosse era la sua moto. Non ero sicuro cosa
pensare.
Tiny
disse che “gli unici che usano le dresser sono i negri e i vecchi”
e “una dresser è buona solo per una cosa... farci un chopper.”.
Mi ripeteva sempre “puoi chopparla e tener tutto, così puoi
riportarla originale in un'ora di tempo.”. Sapeva che una volta che
l'avessi choppata non sarei mai tornato indietro. E non l'ho mai
fatto.
Tiny
era ritornato a Sioux City per arruolarsi ma per via della sua
cattiva salute quando era più giovane, non fu ammesso al servizio
militare. Decise comunque di rimanere a Sioux City quell'inverno,
dicendo che sarebbe tornato nel sud della California a primavera.
Rimase per molti inverni...
Per
tutto quell'inverno passammo un sacco di tempo assieme, andavamo nei
negozi di giornali in cerca di riviste di hot-rod per vedere se c'era
qualche foto di car show in cui s'intravedesse almeno un chopper sul
retro, senza mai trovarne uno.
Ovunque
andassimo, la moto di Tiny continuava a far uscir di testa la gente,
ricevendo sempre la stessa reazione, “ma che cazzo è!”. Ecco
cosa mi fece voler costruire un chopper. Decisi di smontar tutto e
costruire un chopper che fosse pulitissimo, pieno di cromo ed idee
radicali (vinse ogni show dal '63 al '66).
Quell'estate,
girando per le strade della città, avvertimmo lo stesso interesse da
parte di altri. Tiny disse che avremmo potuto fare una sezione dei
Satan's Slaves. Così chiamò in California e parlò con Deacon, uno
degli Slaves, che gli disse, “mandami qualche foto di codesta
gente”. Tiny gli attaccò il telefono e disse “Che gente? Non ce
n'è di gente. Facciamo un club nostro, un chopper club.”
Durante
l'estate del 1962 fondammo l'El Forastero MC. Il nome del club è
significativo, vuol dire gli estranei, i forestieri. Siccome nessuno
capiva cosa stessimo guidando, o perchè, decidemmo di usare un nome
che nessuno intendesse.
Pareva
fossimo gli unici a girare coi chopper in tutto il midwest.
Poi,
nel febbraio del '64, andammo al car show di Kansas City.
Là
incontrammo un tipo, un certo Dave Mann. Era stato in California e
aveva visto dei chopper. Gli erano piaciuti, ne aveva costruito uno e
l'aveva portato allo show.
Quando
ci incontrammo, fu come se ci fossimo conosciuti reciprocamente da
anni!
Avevamo
qualcosa in comune... il Chopper.
Era
qualcosa che o lo capite o non lo capite.
Dave
stava anche esponendo un suo dipinto davanti al chopper, il suo primo
dipinto di moto, “Hollywood Run”. Essendo anch'io un artista, gli
chiesi cos'altro avesse dipinto e mi disse perlopiù ragazze pin-up.
Gli domandai perchè non avesse disegnato altre scene di moto e lui
mi rispose che non avrebbe saputo cosa disegnare. Allora replicai
“perchè non dipingi semplicemente cosa vedi?”
Più
tardi, quell'anno, dopo esserci scritti ed incontrati alcune volte a
Kansas City, Dave volle sapere se poteva far parte del club. Divenne
fondatore della sezione di Kansas City nel febbraio del '65.
Più
o meno nello stesso periodo, io, Tiny e Dave si conobbe Grey Cat,
Lucky Sprat, Fat Frank e Dan Jungroth di Minneapolis, anche loro in
sella a dei chopper. Fondarono la sezione di Minneapolis nel maggio
del '65.
Nel
febbraio del '66 invece, io e Tiny andammo in California, e mentre
eravamo là, mostrammo una foto del dipinto “Hollywood Run” ad un
amico, Ed “Big Daddy” Roth. In quel tempo, Roth stava orientando
il suo interesse dalle macchine alle moto, e riconobbe il potenziale
del lavoro di Dave.
Lo
stesso anno Roth stampò una serie di poster dei primi lavori di
Dave, la prima pubblicazione di Dave in tutta la nazione. Alcuni dei
primi lavori di Dave ritraevano me ed altri membri del club. Dipinti
come “Bakersfield”, “Blackboard Cafè”, “Bikers Weddind”
ed altri hanno soggetti verosimili, ma certi come “The El Forastero
Cave Party” son veramente successi nelle cave sotto Kansas City nel
Missouri. L'inserto centrale della rivista Easyrider, “My (OLD)
Gang”, ritrae, da sinistra verso destra, me, Grey Cat, Tiny, Skip
Taylor e Dan Jungroth.
E'
grazie ai dipinti di Dave Mann, raffiguranti lo stile delle moto
custom, che oggi i chopper son più diffusi di allora. Dave ha
portato agli occhi del pubblico l'immagine del chopper e di
conseguenza ha aiutato a tener vivo l'interesse!
Per
esser uno che una volta mi ha detto che non avrebbe saputo cosa
disegnare, credo abbia dipinto più scene biker e costruito più moto
lui, con un pennello, che chiunque abbia potuto mai immaginare!
Mi
sento privilegiato di aver conosciuto Dave Mann, di aver fatto parte
della sua vita. Non è mai cambiato. Non importa quanto sia diventato
famoso, è sempre rimasto la solita persona che conoscemmo io e Tiny,
tanto tempo fa'.
Duranti
gli anni, Dave ha continuato ad inviare al club dipinti e lettere.
Molti sono esposti alla club-house dell'El Forastero di Sioux City.
Sono
fiero di dire che, dopo 42 anni, l'El Forastero MC è ancora attivo
ed è rimasto un chopper club, con sezioni a Sioux City, Des Moines
ed Okoboji nell'Iowa, a Kansas City e St. Louis nel Missouri, a
Minneapolis nel Minnesota ed a Wichita nel Kansas.
Dalla
morte di Tiny dell'anno scorso, sono l'unica persona rimasta viva che
possa avervi raccontato questa storia. Voglio ringraziare tutti per
avermi ascoltato. Grazie."
Tom Fugle
Grande Tomas Jerome Fugle! Riposa in pace... ora ti sentirai sempre "twentyseven".
(thanks to Church of Choppers and EFMC for the pics)
grande storia,grande Uomo,grazie Wilmo!!!
RispondiEliminaPassione diventata stile di vita, bellissimo! Gente con poche chiacchiere e con tanta umiltà e rispetto!
RispondiEliminaChapeau...
RispondiEliminaGrazie, è a questo che servono i blog!
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