venerdì 6 gennaio 2017

FEEL 27 FOREVER, TOM!



La settimana prima di Natale è iniziata con la brutta notizia della morte di Tom Fugle.

Un dispiacere immenso, incredibile, a rifletterci, considerato che non ci siamo mai conosciuti.

Ma forse c'è davvero una dimensione in cui non importa conoscersi.

La storia di Tom, della sua gente, del suo club, EL FORASTERO MC, è senza dubbio, per me, la più bella.

Ci sono persone che hanno avuto un ruolo fondamentale affinchè fosse conosciuta dagli appassionati di tutto il mondo...

"now, I wanna show you the real thing!" dice la voce fuori campo di Jessee James, dopo aver tirato nel cesto la bottiglietta d'acqua appena bevuta, in History of the Choppers.


Quella è stata la prima volta, nel 2006, che ho visto Tom Fugle.

Un articolo sull'El Forastero MC lo aveva dedicato sempre James su Garage Magazine, ricordo che lo avevano i ragazzi del Garage 69 a Pistoia.

Poi iniziai a documentarmi, grazie ai canali che stavano prendendo piede, e saltò subito fuori il massimo.

Si, perchè nonostante tutte le foto degli anni successivi, il massimo rimane l'elogio che Tom dedicò a Dave Mann alla Dave Mann Chopper Fest nel dicembre 2004.

Ritengo che le parole che Tom dedicò a Dave Mann, che era mancato da pochi mesi, siano attualissime alla vigilia del funerale di Tom, che si terrà domattina, sabato 7 gennaio.

Come Dave Mann ha contribuito con la sua opera a tenere vivo l'interesse per i chopper e la vita on the road, così Tom ha ispirato tutti negli ultimi 10 anni, grazie alla sua umiltà espressa nel condividere tutto.

Dopo James, infatti, è stato il grandissimo Jeff Wright di Church of Choppers che ci ha fatto vedere a tutti il materiale fotografico di Tom, ha portato all'intervista su Street Choppers Magazine, ha ristimolato Tom alla partecipazione agli eventi come ospite e con i suoi prodotti in pelle.

Credo difficile che senza il ruolo mediatico di Jeff Wright non sarebbe potuto accadere il risorgimento di questa figura leggendaria, a cui abbiamo assistito negli ultimi 10 anni.




Tom apparve al Tap and Taco con Blue Sapphire restaurata, ora nelle care mani di sua figlia Natasha,



Poi ha partecipato un po' a tutto donando con la sola propria presenza un valore aggiunto indiscutibile.

Tom Fugle from scott pommier on Vimeo.



Al Born-Free come costruttore, ad altri eventi importanti in Europa, in Giappone ed a party autentici come il compleanno di Love Cycles, il Mama Tried, il Brooklin Invitational o il Giddy-up Show in Texas.

Sempre in grande stile, umile e fiero, al rientro postava su Istagram i rigraziamenti a Club che gli avevano permesso di partecipare nei loro stati, senza attitudine o problemi.


Ha festeggiato, nel 2012, il cinquantesimo anniversario del suo club e tranne Grey Cat, li ha visti andarsene tutti, i suoi "outsiders" della prima ora... sicuramente saranno stati tutti lassù ad aspettarlo.

(pic courtesy of James Stone)

Questa è la traduzione che feci alcuni anni fa' dell'elogio, non sarà perfetta ma questa è.


"Ciao, sono Tom Fugle e vengo da Sioux City, Iowa. Sono uno dei fondatori dell'EL FORASTERO MC e ho avuto la fortuna di esser stato amico di Dave Mann dal 1964.
Quando mi è stato chiesto di venire oggi a parlare, mi son dovuto fermare a pensare cosa volevo dire. Guardando indietro, riconosco quanto sia stato importante per me conoscere e diventare amico di Dave. Se non lo avessi incontrato, molti degli elementi importanti della mia vita non sarebbero mai stati messi insieme. Abbiamo passato tanti bei momenti.
Attraverso la sua arte, Dave ha permesso agli altri di provare la libertà e vivere la vita che noi due amavamo tanto. Dave è parte di un fermento che tiene viva l'immagine del chopper e di eventi come la Chopper Fest.
L'incontro con Dave Mann ebbe tutto a che fare con i chopper. Era il chopper che ci teneva insieme.

Affinchè capiate cosa intendo, devo iniziare col raccontarvi dei giorni che portarono al nostro incontro. Molto ha a che fare con un tipo chiamato Harlan Brower, meglio noto come “Tiny” o “Tiny il bello”. Quest'uomo ebbe molta influenza sulla vita di Dave, come del resto sulla mia. Nel raccontarvi questa storia devo tornar indietro un sacco di anni... fino al 1952.
Conobbi Tiny quando avevo 11 anni, a Sioux City. Lui ne aveva 13 e si era trasferito alla porta accanto. Anche a quel tempo era già un ragazzone, alto un metro e ottanta! Era una persona col senso dell'umorismo, molto intelligente, ed essendo un paio d'anni più grande di me, guardavo a lui in altri modi più che per la stazza. Tiny era anche un uomo d'onore. Diventammo amici stretti.
Tiny spiccava sempre, gli garbava esser inusuale e far uscir di testa la gente. Aveva una bicicletta che customizzò. Poi molti altri ragazzi nei dintorni fecero la stessa cosa e fondammo un Bicycle Club. Facevavo feste, incontri e giri in bicicletta.
Quando Tiny fece 16 anni prese una Chevy del '48 e il club delle bici fu abbandonato. Zompammo sulla sua macchina senza aver più bisogno delle biciclette.
Poco dopo la famiglia di Tiny si trasferì a Van Nuys in California, e io non lo vidi più finchè arrivò a casa mia nel '61 in sella alla motocicletta più selvaggia che avessi mai visto. Disse che era un chopper, un Panhead del '48. Non era realmente salubre ma era costruita con intuizioni davvero radicali. Niente serbatoio della benzina davanti, telaio giallo vivo, avantreno Hydra Glide spogliato, due piccoli fari anteriori, manubrio alto 60 centimetri, gomma anteriore 21 pollici, frizione suicida, cambio a mano, sella e pad passeggero Bates. Due parafanghi da bicicletta, uno per lato, fino alla metà della ruota posteriore, un sissybar alto quanto il munubrio. Il sissy sosteneva una pipa d'acciaio, di tre pollici alta 75 centimetri, usata come serbatoio della benzina, che teneva il giusto per poco più di una ventina di kilometri.
Tiny indossava un giubbotto di jeans senza maniche con dietro la toppa dei SATAN'S SLAVES.
Mai e poi mai avevo visto una moto del genere prima e devo dire che a tutt'oggi, quel ferro resta uno dei più radicali di sempre.
Dissi a Tiny che anch'io avevo una motocicletta, una Harley Davidson del '56, una full dresser che avevo appena distrutto. “Bene!” disse Tiny, “Allora hai un motivo buono per chopparla!”. Ricordate che in quei giorni non c'era alcun modo di documentarsi sui chopper tramite riviste, film, o televione come oggi giorno. Tutto ciò da cui dovevo prender le mosse era la sua moto. Non ero sicuro cosa pensare.
Tiny disse che “gli unici che usano le dresser sono i negri e i vecchi” e “una dresser è buona solo per una cosa... farci un chopper.”. Mi ripeteva sempre “puoi chopparla e tener tutto, così puoi riportarla originale in un'ora di tempo.”. Sapeva che una volta che l'avessi choppata non sarei mai tornato indietro. E non l'ho mai fatto.
Tiny era ritornato a Sioux City per arruolarsi ma per via della sua cattiva salute quando era più giovane, non fu ammesso al servizio militare. Decise comunque di rimanere a Sioux City quell'inverno, dicendo che sarebbe tornato nel sud della California a primavera. Rimase per molti inverni...
Per tutto quell'inverno passammo un sacco di tempo assieme, andavamo nei negozi di giornali in cerca di riviste di hot-rod per vedere se c'era qualche foto di car show in cui s'intravedesse almeno un chopper sul retro, senza mai trovarne uno.
Ovunque andassimo, la moto di Tiny continuava a far uscir di testa la gente, ricevendo sempre la stessa reazione, “ma che cazzo è!”. Ecco cosa mi fece voler costruire un chopper. Decisi di smontar tutto e costruire un chopper che fosse pulitissimo, pieno di cromo ed idee radicali (vinse ogni show dal '63 al '66).
Quell'estate, girando per le strade della città, avvertimmo lo stesso interesse da parte di altri. Tiny disse che avremmo potuto fare una sezione dei Satan's Slaves. Così chiamò in California e parlò con Deacon, uno degli Slaves, che gli disse, “mandami qualche foto di codesta gente”. Tiny gli attaccò il telefono e disse “Che gente? Non ce n'è di gente. Facciamo un club nostro, un chopper club.”
Durante l'estate del 1962 fondammo l'El Forastero MC. Il nome del club è significativo, vuol dire gli estranei, i forestieri. Siccome nessuno capiva cosa stessimo guidando, o perchè, decidemmo di usare un nome che nessuno intendesse.
Pareva fossimo gli unici a girare coi chopper in tutto il midwest.
Poi, nel febbraio del '64, andammo al car show di Kansas City.
Là incontrammo un tipo, un certo Dave Mann. Era stato in California e aveva visto dei chopper. Gli erano piaciuti, ne aveva costruito uno e l'aveva portato allo show.
Quando ci incontrammo, fu come se ci fossimo conosciuti reciprocamente da anni!
Avevamo qualcosa in comune... il Chopper.
Era qualcosa che o lo capite o non lo capite.

Dave stava anche esponendo un suo dipinto davanti al chopper, il suo primo dipinto di moto, “Hollywood Run”. Essendo anch'io un artista, gli chiesi cos'altro avesse dipinto e mi disse perlopiù ragazze pin-up. Gli domandai perchè non avesse disegnato altre scene di moto e lui mi rispose che non avrebbe saputo cosa disegnare. Allora replicai “perchè non dipingi semplicemente cosa vedi?”
Più tardi, quell'anno, dopo esserci scritti ed incontrati alcune volte a Kansas City, Dave volle sapere se poteva far parte del club. Divenne fondatore della sezione di Kansas City nel febbraio del '65.
Più o meno nello stesso periodo, io, Tiny e Dave si conobbe Grey Cat, Lucky Sprat, Fat Frank e Dan Jungroth di Minneapolis, anche loro in sella a dei chopper. Fondarono la sezione di Minneapolis nel maggio del '65.
Nel febbraio del '66 invece, io e Tiny andammo in California, e mentre eravamo là, mostrammo una foto del dipinto “Hollywood Run” ad un amico, Ed “Big Daddy” Roth. In quel tempo, Roth stava orientando il suo interesse dalle macchine alle moto, e riconobbe il potenziale del lavoro di Dave.
Lo stesso anno Roth stampò una serie di poster dei primi lavori di Dave, la prima pubblicazione di Dave in tutta la nazione. Alcuni dei primi lavori di Dave ritraevano me ed altri membri del club. Dipinti come “Bakersfield”, “Blackboard Cafè”, “Bikers Weddind” ed altri hanno soggetti verosimili, ma certi come “The El Forastero Cave Party” son veramente successi nelle cave sotto Kansas City nel Missouri. L'inserto centrale della rivista Easyrider, “My (OLD) Gang”, ritrae, da sinistra verso destra, me, Grey Cat, Tiny, Skip Taylor e Dan Jungroth.
E' grazie ai dipinti di Dave Mann, raffiguranti lo stile delle moto custom, che oggi i chopper son più diffusi di allora. Dave ha portato agli occhi del pubblico l'immagine del chopper e di conseguenza ha aiutato a tener vivo l'interesse!
Per esser uno che una volta mi ha detto che non avrebbe saputo cosa disegnare, credo abbia dipinto più scene biker e costruito più moto lui, con un pennello, che chiunque abbia potuto mai immaginare!
Mi sento privilegiato di aver conosciuto Dave Mann, di aver fatto parte della sua vita. Non è mai cambiato. Non importa quanto sia diventato famoso, è sempre rimasto la solita persona che conoscemmo io e Tiny, tanto tempo fa'.
Duranti gli anni, Dave ha continuato ad inviare al club dipinti e lettere. Molti sono esposti alla club-house dell'El Forastero di Sioux City.
Sono fiero di dire che, dopo 42 anni, l'El Forastero MC è ancora attivo ed è rimasto un chopper club, con sezioni a Sioux City, Des Moines ed Okoboji nell'Iowa, a Kansas City e St. Louis nel Missouri, a Minneapolis nel Minnesota ed a Wichita nel Kansas.
Dalla morte di Tiny dell'anno scorso, sono l'unica persona rimasta viva che possa avervi raccontato questa storia. Voglio ringraziare tutti per avermi ascoltato. Grazie."
Tom Fugle

Grande Tomas Jerome Fugle! Riposa in pace... ora ti sentirai sempre "twentyseven".


(thanks to Church of Choppers and EFMC for the pics)

4 commenti:

fox67 ha detto...

grande storia,grande Uomo,grazie Wilmo!!!

Giorgio Gervasi ha detto...

Passione diventata stile di vita, bellissimo! Gente con poche chiacchiere e con tanta umiltà e rispetto!

ha detto...

Chapeau...

Alberto ha detto...

Grazie, è a questo che servono i blog!