PRIMA DI TUTTO QUELLO CHE
ORA SI CHIAMA KUSTOM KULTURE
“Fin da bambino ho
avuto la passione per moto-chopper, macchine americane, auto strane e
tutto ciò che si muove sulle ruote. Dal 1986 una volta al mese,
iniziai a comprare nelle edicole che vendevano stampa estera tutto
quello che riguardava i choppers, riviste come Easyrider, Supercycle,
Hawgs, Iron Horse... mettevo i soldi da parte perché costavano
molto. Ma un estate del 1987 ad Amsterdam scoprii qualcosa che mi
era totalmente nuovo e strano: io ed il mio amico Marco Teatro
girando per le vie di Amsterdam scoprimmo un negozio di fumetti
underground, andammo subito nella sezione americana dove c'erano i
noti fumetti dei Freak Brothers. In uno stato veramente fluttuante ci
sedemmo... sì! perché questo shop era come una biblioteca, ti
potevi sedere e consultare; iniziammo a sfogliare dei fumetti a noi
nuovi, mentre leggevamo e guardavamo, ogni tanto ci fissavamo negli
occhi con stupore, cercando di capire cosa avevamo tra le mani
nonostante fossimo già competenti nel campo ed abituati ai disegni
estremi sotto le tavole da skateboard... Ma questi erano diversi, con
stupore vedevamo disegnati mostri giganti, bavosi sdentati con
espressioni idiote, o con facce deformi su auto fumanti che davano la
sensazione di potenza, di rumore, ruote che sgommavano producendo
fumo intenso tanto da sentirne l'odore, bulbi oculari con le ali da
aereo del barone rosso, un gorilla con elmetto prussiano che guida un
trike con motore flathead, forcella springer e posteriore di una Ford
T, con a bordo due amazzoni nude coperte solo di una pelliccia di
gorilla scuoiato e con al braccio la fascia con la svastica a modi
-SS-, fumetti dove rockabilly con ciuffo a torre di babele girano su
leadsled in cerca di guai, scene violente, ed allo stesso momento
insolite. Avevamo tra le mani i fumetti di Robert Williams. La sera
continuammo a parlare di questi fumetti, eravamo rimasti stupiti. Il
custom all'epoca era ristretto ai Chopper e ai Van, parole come
Leadsled e Hot-rod non erano sulla bocca di tutti. Quando andavo in
Germania compravo anche riviste di auto custom, e iniziai a cercarle
anche qua, ma con scarso successo.
Pian piano però il
panorama chopper stava resuscitando, ai tempi del 1990 giravo con un
BMW R-75/5 del 1971 modificato con forcella Maico da Cross e due
tromboni come marmitte realizzate da me recuperando due scarichi di
un Suzuki Custom, svuotati e come silenziatore e raccordo collettori
i finali a tubo del maggiolone, il serbatoio l'avevo colorato con
turchese e verde Metalflake con il logo a teschio con fulmine dei
Gratefull Dead in argento (ora appeso nell'officina di Chopworks
Torino con stampato sulla lamiera il mio femore destro). Nel luglio
93 un nostro amico, Poldo, andò negli Stati Uniti e riportò un
libro che era il catalogo di una mostra chiamata “Kustom Kulture”,
lo divorammo con gli occhi, e ritrovammo il collegamento con i
fumetti visti ad Amsterdam. Così all'interno del primo Happening del
fumetto underground realizzato al C.S.A. Garibaldi di Milano (ormai
scomparso) dedicammo una parte della mostra chiamata innocentemente
“Hot-rod Art”. Il poster della mostra con sopra un mostro in
stile Ed Roth lo disegnò Vandalo; dovevamo capire ancora cos'era
realmente tutto ciò, ma ne eravamo molto inebriati, internet ancora
non esisteva! Ci documentammo come potevamo ma era ancora dura capire
cos'era quel discorso, quei disegni e tutto ciò riguardava quel
mondo, un mondo fatto non solo di motori ma anche di inchiostro,
disegni, fumetti, quadri... fummo i primi in Italia a parlare di
Kustom Kulture. Da quel momento, in ogni happening del fumetto
underground, il secondo realizzato allo SQAT.T. di Milano (scomaprso)
, ed il resto delle edizioni realizzate al LEONCAVALLO (MI)
dedicavamo una parte della mostra alla kustom kulture... è da lì
che si accese la miccia a tutto quello che esiste adesso riguardo il
Kustom con la “K”. In Seguito, dal 1995, disegnando su Freeway
Magazine con l'appoggio di Giuseppe Roncen e Luca Mattioli, anch'essi
appassionati di questo mondo fatto di pennelli, matite ed olio
motore, pian piano iniziammo far conoscere il tutto alla massa ed ora
parlare di hot-rod o kustom kulture in un certo ambiente è
normalissimo... ma ci vorrebbe più anima!!!”
Giampo Coppa
“Grande Giampo!
Vangelo!” (in coro, la Gas Station House.)