Il custom non è solo matematica.
Per certi versi è anche matematica.
Ma nel custom, quando fai il conto, è
l'emozione che fa la differenza.
Anche se la matematica è una matrice
fondamentale.
Imprescindibile.
Come ha sintetizzato l'artista* sabato
sera a cena,
“figo + figo non fa due volte figo,
fa cagare.”
Senza mancar di rispetto al lavoro di
nessuno, la stragrande maggioranza di quel che c'era mi trasmetteva
solo questa sensazione.
“è bello quel manubrio? Si.”
“è bella quella sella? Si.”
“perfetto, li monto insieme.”
No, non è così.
Servirebbe un'APP in cui uno metta la
sua foto e la foto del custom che ha fatto.
L'APP dovrebbe solo allestire il tipo tramutando
il modo in cui è allestito il custom da lui costruito.
A quel punto, se la moto potesse
parlare, quante volte gli chiederebbe “te ci andresti in giro
bardato così?!?!?”…
(pic by Icia, mentre ideavamo l'App immaginaria con Supertega, Steve APPA e Frank)
Chi rispetta una certa matematica,
raggiunge livelli straordinari.
Come Frank**.
(anche se da sabato sera sta delirando all'idea di costruire inguidabili manubri a nunchaku! ahahah...)
Larry Watson sarebbe fiero di questo
gioiellino verniciato dall'artista.
Poi c'è chi esagera.
E questa volta Ale*** ha esagerato.
Confermando di essere un vero
fuoriclasse.
Solo pochi sono fuoriclasse.
Portare il custom a questi livelli ha
veramente una connotazione di rarità.
Chi ci riesce ha un rispetto ZEN della
matematica custom.
La riesce a portare ad uno stadio in
cui nel risultato comanda l'emozione sull'algebra.
Questo provo di fronte a certi custom.
Con gli occhi da appassionato che ha
cercato in tutti i modi di documentarsi
per apprezzare questa nobile arte il
cui richiamo mi ha attratto alla motocicletta,
davanti a certa bellezza sono veramente
emozionato.
Rifletto su quanta passione ci sia
voluta da semplice “enthusiast” per riuscir ad apprezzare oggi un
digger così.
Su come sia niente di fronte alle
capacità che son servite per concepirla e realizzarla, una
meraviglia del genere.
La credibilità di questo oggetto è
assoluta.
Sarebbe così umano trovarci uno
“strafalcione”.
Invece nulla.
Ogni cosa, ogni centimetro, sono
perfetti.
Sia del mezzo che della verniciatura
fatta da Roby****.
(pic by Roby, con Ale)
Ieri, di rientro, siamo scesi a pranzo
a Castel d'Ario, paese natale del “mantovano volante”.
Anche lui era un vero fuoriclasse.
Infatti, come cantava Dalla, anche per
Nuvolari valeva una matematica particolare...
“corre se piove, corre dentro al
sole, tre più tre per lui fa sempre sette.”
Come quella volta in Germania.
Anche Hitler era andato ad assistere il
trionfo della tecnologia tedesca.
Lo davano così per scontato che non
avevano preparato neppure il disco con l'inno italiano.
Ma Nuvolari li mise a letto tutti.
E se lo era portato lui il disco, tanto
era convinto di non partire battuto.
Questo è l'orgoglio italiano che
adoro.
Per questo mi auguro che “Dagger”
riesca a partecipare a certi eventi in giro per il mondo.
Per il resto… #hofattolosportperchèèbellostarecongliamici
** Frankino di
ChopWorks, venti anni di massimi livelli.