mi garba la primavera.
mi garbano gli sportster.
mi garbano le riviste di moto.
quindi ritrovarmi appena dopo cena, magari dopo un bel piatto di asparagi lessi e un paio di ova nostrane, rigorosamente provenienti da spacciatori locali di fiducia, con la luce del sole che, nonostante sia già tramontato, tinge il cielo di quell'azzurro intenso precedente la notte, a scrivere di qualche bel piccolo di mamma Harley per una rivista come LowRide, è sempre un piacere ed un'enorme soddisfazione.
ieri sera mettevo a posto il garage… quanti ricordi.
è incredibile come certi bulloni in un vasetto di vetro richiamino episodi, persone, emozioni a tanti anni di distanza.
i primi portachiavi con i dadi, che mi regalò Simone, El Rana, a casa di Adriano, il volantino di uno dei primi raduni dei Joyriders a Petroio che segnava l'inizio della stagione, biglietti, bigliettini, un portapacchi di acciaio inox fatto da un amico fabbro per la shadow, poi riadattato allo sporty, per partire in due verso la Sicilia o la Spagna…
se penso a come questa passione mi abbia rapito, a come ho cambiato il modo di vedere le cose, al fatto che venga coinvolto per scrivere riguardo a queste moto da qualcuno che mi invita a farlo confidando che riesca a dire qualcosa di interessante, sono lusingato.
Negli ultimi quattro anni ho scritto di quattro sportster, molto diversi, sempre in primavera, due volte a giugno e due volte ad aprile, sembra davvero una mano di poker con quattro carte uguali, due rosse e due nere…
… ed ogni volta ho avuto l'onore di raccontare quello che quattro bravissimi fotografi avevano immortalato con il loro lavoro.
Nel 2012, a giugno, Luca Mattioli per il mille di Fabbietto.
Nel 2013, a giugno, Simone Romeo, per il novecento di David.
Nel 2014, ad aprile, Marco Frino, per l'otto-otto-tre di Mary.
Nel 2015, ad aprile, Matteo Boem, per il milledue di Tomas.
Quest'ultimo è in edicola ancora per pochi giorni prima che esca il nuovo numero di LowRide.
Tomas lo avevo conosciuto telematicamente su un forum una decina di anni fa'.
Vendeva i doppioni dei suoi Street Chopper anni settanta.
Poi mi scrisse una mail per farmi i complimenti in merito a quello che stavo facendo col blog,
perché non sapeva lasciare un commento.
Oltre a quello che mi ha raccontato quando ci siamo visti e diventati amici, riassuntomi in quest'occasione con un corredo fotografico d'annata struggente,
mi son riletto tutte le mail che ci siamo scambiati in questi anni.
Ripercorrono la costruzione di questo chopper, tutti gli stati d'animo di chi ha tenuto duro per arrivare a realizzare un sogno.
Quando un paio d'anni fa' lo invitammo a portare il suo chopper alla Gas Station House in occasione del primo Invitational, arrivò lanciato come un missile.
In sella.
In Solitaria.
In strada dal Friuli.
In marzo.
Fiero come la merda.
Pochi minuti dopo Marco Frino lo fotografò.
Tomas incarna il concetto di schiavo dell'entusiasmo con cui ho intitolato la mostra fotografica di Marco dedicata agli scatti fatti al covo.
Venite domani a la Mescita e vedrete scatti di moto vere e di gente vera…
… e se ventuno anni fa' uno sporty, in Aprile, non avesse fatto capolino nella mia vita, dalla copertina del primo Freeway Italia in edicola, non credo prorpio che tutto questo sarebbe successo.
(pic credit Garry Stuart)